Si salvi chi può

Quando ero piccola – e non si sa bene quando – ho fatto un sogno.
Ho sognato di scendere le scale del palazzo in cui abitavo, dal piano terra verso le cantine che, nella realtà, erano invece sotto un altro piccolo stabile adiacente.
Le scale erano bianche come i muri. Un trionfo di bianchi accecanti e delle geometrie da capogiro: gli scalini si riversavano in avanti, come se cadessero, perdendo l’ordine della perfetta contiguità, e trasformandosi in una discesa ardita e temibile.
All’inizio delle scale, sul muro alla mia sinistra, c’era un cartello rettangolare bianco, con una scritta nera: “SI SALVI CHI PUÒ”.
Nonostante cio, io mi accingevo a scendere.
Del dopo, non si sa nulla.
Il mio ricordo finisce qui.

Non svegliare il can che dorme.
Specialmente se non è legato alla catena.
Buon giorno fantasmini.

4 pensieri su “Si salvi chi può

  1. La salvezza non si trova in fondo alla scala e neppure in cima …. è dentro di noi e passeggia mano nella mano con il fantasmino; e tu lo sai molto meglio di me!

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  2. E se invece del fantasmino hai disturbato il sonno di una mefitica idra?

    Io di fatica ne faccio tanta, ma non mi chiamo mica Ercole.
    Almeno prima dovrei andare un po’ in palestra a farmi due muscoli.
    E poi sarebbe il caso di scendere le scale con una dozzina di scimitarre affilate.
    Non con questo atteggiamento candido e fiducioso!
    Shit!

    (ciao “Io”. Grazie per i tuoi commenti)

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