Il caldo rende l’aria tremula, come il profilo di un ferro rovente.
Non è così in realtà. Ma è così per me.
Sdraiata, con gli occhi semichiusi, seguo i lineamenti dei monti,
delle case, dell’orizzonte poi.
Respiro al minimo, in una pigrizia addensata che mi rende immobile.
La pelle reagisce ad ogni forma incontrata dallo sguardo.
I sensi sono a mille e questo mio motore, finalmente lento,
rende percettibili minimi, cauti, impalpabili movimenti.
Sento i colori con il corpo, tocco l’umido con gli occhi.
Accarezzo il mare e le sommerse asperità rocciose con il pensiero.
Il suono del mare mi scivola nel cuore.
Il sole mi riempie, mi satura, mi matura.
Tutto diventa plastico: il tempo si dilata, lo spazio si contrae.
Insoliti parametri creano inedite interferenze.
E’ il rilassamento, è il non pensiero, è, finalmente, il solo Essere:
sciolgo i confini, e sono dappertutto, e Tutto è me.
In mezzo alla moltitudine e tuttavia da sola.
Scivolo nel sonno mille volte, e mille volte rinasco per una nuova sensazione.
E’ la mente che si perde, la struttura che si scioglie, il silenzio che subentra.
Ed è solo il silenzio il non-luogo in cui il contenuto, gradualmente, affiora.
Sono soddisfatta. E mi fermo qui, per ora.
Mare, spazio insondabile, specchio delle mie possibilità.
Come sempre sai rendere le tue emozioni in modo quasi palpabile sei sempre la migliore.
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L’apprezzamento di chi conta fa ingrassare di soddisfazione. Grazie Dani
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