Ho creduto di vivere mille sentimenti distinti verso di te,
granitico, immobile, arrogante menhir.
Credevo fosse un susseguirsi di sentimenti minori. Alcuni prevedibili, altri magari un po’ meno.
Pensavo che ogni sfumatura interiore avesse un nome, una funzione, una precisa causa.
Cercavo di dare una parvenza logica e sensata ad ogni impulso emergente, pur essendo io, un’irriducibile istintiva.
Ho classificato, studiato, meditato, misurato ogni parola o gesto
o situazione.
Ho sviluppato elenchi di interpretazioni, distese di definizioni.
Ho abbozzato brevissime ed inefficaci strategie per riportarmi
sui binari di una tiepida e superficiale noncuranza.
Mi sono impegnata molto.
E invece era amore.