Appuntamento con il mostro

Sale dal cuore come uno spavento.
Ma lo fa lentamente, ad intervalli, con un fare progressivo.
Si traveste da malessere fisico ma io lo riconosco ormai:
attanaglia alla gola come nessun male sa fare.
Inizia come un fastidio, diventa una tensione e irrompe in un lento,
profondo, opulento spasmo.
Una contrazione, una specie di orgasmo quasi, una condensazione velocissima di mille emozioni trattenute, sfociano in un pianto catartico
che non so e non voglio arrestare.

Mi sforzo di trovare un volto a questa cosa che ho dentro
e che pare un’intrusa, una dissonanza estranea.
La interrogo, la guardo, la chiamo. Insisto.
E quando finalmente si volta, con non poco sgomento scorgo me.

Integrare una parte della propria ombra, abbracciare le nostre paure,
accettare il proprio esistenziale No per trasformarlo in Vita
è l’operazione alchemica più difficile, dolorosa e bella che ci sia.

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