In questo periodo, sommersa da una miriade di contrattempi,
di spiacevoli imprevisti, costretta in uno schema limitante
e costrittivo per contesti in cui ho veramente una responsabilità minima, faccio un po’ fatica a sostenere con convinzione il mio solito ottimismo.
Sono pervasa da una enorme bolla all’aria calamitosa, fitta di schegge ostili e di un freddo che mi arriva fino nelle ossa.
Tutto questo per non utilizzare la parola “sfiga” che rinnego immediatamente non appena la digito su questa complice e paziente tastiera. Cioè ora. Vade retro.
Per la solita solfa delle lezioni da imparare, mi chiedo qual è l’insegnamento occulto di una quotidianità così ostica e difficile.
Oggi aspettavo il treno, raccolta in una compostezza obbligata ed immobile a causa del freddo intenso, seduta su una grigia ed anonima panchina di cemento.
Guardavo la gente, i treni, i binari, il grigio paesaggio ascoltando Somewhere in Between (K. Bush). Come in un sogno, come in un film muto dalla colonna sonora insolita.
Il paesaggio freddo ed un po’ triste e questa musica così.. amorevole direi, così armonica, leggera ed evocativa.
Mi piaceva. Era un bel momento.
Mi sono detta: la Vita e la Bellezza esistono comunque, in ogni dove, in qualunque condizione. Basta cambiare un suono, un punto di vista, un punto di partenza, forse.
Già. Ma abbiamo sempre la forza, il tempo ed il coraggio di esplorare la realtà così a fondo, così generosamente e con sufficiente apertura da percepire la luce laddove, alla prima occhiata, pare non ve ne sia traccia?
Dov’è il mio punto di luce adesso?
Io non sempre riesco a capire.
E tanto vale, sister. Non sempre riusciamo a capire, non sempre troviamo il punto di luce ma ciò che ci permette di bruciare all’altare di noi stessi è lo sforzo che mettiamo nel cambiare prospettiva, da una visione grigia ad ad una tutta colori e luci. Ricorda chi sei, basta provare e continuare a vivere, anche solo nella tormenta della quotidianità. Le tempeste si placano e si riacutizzano, ma noi, un pò alla volta, impariamo a rimanere stabili nel nostro centro.
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Oh sister.
Tu mi capisci, vero?
Ma si. Ce la faccio anche a dire il vero. Scrivo per esternare e per capire meglio. Spesso, una volta cliccato il tasto “pubblica” la nube si è già dissolta..
Un abbraccio forte
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