Poi un giorno ti svegli così: il frutto è maturo, la diga deborda,
il calendario è finito, e tra le foglie secche c’è già il nuovo germoglio.
Tutto è mutato.
E chi lo dice agli altri?
Bisogna poi per forza dirlo?
Bisognava dirlo prima.
Bisognava dirlo prima.
Bisognava dirlo prima,.
Non che ti presenti dopo un tot di giorni
con indosso il vissuto di un tot di anni.
E che, per non fare la figura dell’isterica, ti tocca anche tacere davanti all’Altro, ignaro, a cui tocca la veste del candido
che cade giù dal pero.
Oh crudo, vitale, fiammante Gatto!
I sospesi sono cumuli che nel tempo si gonfiano, fermentano,
si trasformano.
In bombe tossiche.
(Metterne una al catasto, ad esempio. Non c’entra niente, lo so,
ma ce la metterei).