Non sono una filmmaker.
Ma so cosa ci vuole per fare un video di qualità: la vita ordinaria e un iPod.
So di averlo già scritto da qualche parte. Ma non fa niente.
Basta essere in stazione la mattina, con gli auricolari inseriti e funzionanti, aspettare che sia aprano le porte del regionale per Sestri Levante e guardare la gente che scende. E ne scende tanta.
Guardare come fosse la prima volta. (Come fossi appena sveglia, a dirla tutta.)
Focalizzare l’attenzione sui passeggeri di età, o quelli con aria prettamente borghese, sui loro abiti, le borse, gli atteggiamenti, le loro espressioni, ascoltando Piranha (The Prodigy) ad un volume di tutto rispetto, mentre il raggio di sole, selezionato dallo spazio tra la tettoia e il convoglio, ti trafigge l’occhio destro confondendo gli emisferi e inondandoti di gioia inattesa.
Un altro pezzo ben riuscito é stato quello di una sera mentre stazionavo con aria indifferente vicino ad un gruppo di ragazzotti pseudo-punkabbestia, pieni di oggettini di metallo che spuntavano da ogni possibile curva di carne. Allora era il finale di ignoto pezzo di Mozart (non posso mica sapere tutto). E subito dopo Lemon Tree*. Il treno aveva tipo mezz’ora di ritardo. Dall’aspetto truce ed incerto dei ragazzacci, si levavano impalpabili ed inattese aure romantiche.
Un’attesa sgradita ti diventa un film indimenticabile.
L’effetto contraddizione é il più affascinante, ma non può essere applicato a tutti e ad ogni circostanza: in alcuni casi, come davanti al ferroviere con barba corta accuratamente arabescata a foggia tribale – tipo graffio di gatto – in entrambe le guance e capelli pietrificati dal gel, non può starci altro che L’Italiano di Toto Cutugno. Che nel mio iPod non entrerà mai. E non ce l’ho con gli italiani.
La musica a sbalzo, l’effetto Marie Antoinette versione Sofia sulla propria immagine, bisogna meritarsela.
E per meritarsela bisogna avere stile.
E la signora ultrasettantenne di stamattina, inconsapevole protagonista del videoclip di Strict Machine**, quel donnino dall’espressione semplice e di chi é in pace con se stesso, con piccola Louis vintage, strangolino in seta celeste, capelli grigi a caschetto, tailleur antracite con pantalone alla caviglia, All Star grigie e spocchiosa figlia al seguito, di stile ne aveva da vendere.
A me piace giocare.
Forza, che arriva l’estate.
*Herp Albert, versione di Thievery Corporation
**We Are Glitter Mix, Goldfrapp
ci sono altri piccoli trucchetti per essere un filmaker, però questo è già un buon inizio, e comunque una buona riflessisone che un filmaker deve fare
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Grazie… Pensavo di aver scritto una delle mie solite bambinate ma se mi dici così, comincio con i filmati.. 😉
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