Si può avere nostalgia di qualcosa che non si è mai vissuto? Di qualcosa che non si ha mai avuto?
Non si può confondere con il desiderio. È vera nostalgia, un sentimento con cognizione di causa. Un sentire dove si hanno certezze, un tempo interiore dove si sprigionano sensazioni così reali da sembrare memorie.
E così cammino assorta in un lunghissimo ed altissimo corridoio abbagliata da un sole mattutino che prorompe dalle enormi vetrate.
E così sorrido tra il baluginare delle fiamme dei candelabri muovendomi nel sottile fruscio di sete pregiate, inspirando fumi e profumi e torride sensualità.
Così scruto il cielo mentre la prua fende le acque blu, scivolando quasi in silenzio in quell’immensità gorgogliante che di notte si fa nera ed occulta come fosse l’inconscio del mondo.
Così, vesto i panni di donne e uomini che non sono io ma che sono inspiegabilmente anche io. O sento come sente un arbusto o un insetto che vola nervoso. O ricordo un’aria pulita di mille anni fa. O continuo a sprofondare, determinata, immobile e pesantissima come un masso che resta se stesso su una terra che cambia nel tempo.
Così ricordo tempi e ambienti passati e altri non ancora esistiti.
C’è qualcosa che da remoto mi tira indietro o mi tende verso qualche direzione, così fortemente da sapere, incarnare, ricordare vite non mie che però sono mie.
C’è una trama in tutto questo la cui natura ancora non colgo. La direzione del tempo non è più plausibile ne funzionale al mio ragionamento.