Mi perplimo di venerdì pomeriggio

Non mi sento a casa da nessuna parte. E ne soffro.
Contemporaneamente emerge la mia vena nomade.

Ho paura di non essere mai all’altezza delle cose.
E mi ritrovo spesso in situazioni nuove.

Mi pare di morire senza dei punti fermi.
E mi getto nel vuoto come sospinta da qualcosa che non sono io ma che mi manovra da dentro.

Di tutti gli “io” che ospito, fosse quella cosa dentro – che spinge – il più saggio?

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