Lo sento già alle calcagna, come al solito.
Con al traino la sua tipica cornucopia che quest’anno,
decisamente, strasborda da quanto è rigonfia.
Pensieri, cose, eventi, condizioni di ogni genere.
Un’abbondanza imbarazzante.
E dire che ne avrei già abbastanza di questo 2008.
Il rituale desiderio di progettare, catalogare e schematizzare
è caotico e confuso come se fosse ancora permeato dall’afosa atmosfera di un Agosto che sembra non voler finire.
Agosto resiste.
Agosto forse non finirà affatto. Nemmeno a Novembre.
Non è per usare sempre le solite abusate espressioni,
ma Agosto quest’anno è un Agosto interiore.
Tutto questo complicherà alquanto il rito di passaggio.
Che diverrà complesso ed articolato a tal punto
da tradursi nel tempo su di una linea ad alta velocità.
Inizialmente non mi accorgerò di nulla.
Ma poi, ne scorgerò le tracce. E sarà nel momento in cui
guarderò i miei piedi e la terra che calpesto.
Il tempo vola.
Ma ho scoperto, forse, dove si trova il freno.