“Tenaglie” le chiama il russo Natalinsky. O almeno, quando ero piccola mi ha insegnato a chiamarle così.
Il resto del mondo le chiama “forbicine”. E non mi fanno per niente paura.
Ho cercato sul web il nome della specie di tale insettino e ne ho scoperto delle belle.
Prima di tutto come si chiama: Forficula auricularia. Notevole.
E poi: “Frequenta anche gli ambienti antropizzati e può rinvenirsi frequentemente anche all’interno delle abitazioni in campagna.”
Non solo: si rinviene molto frequentemente all’interno dell’abitazione del Gatto Interiore – che la campagna se la sogna se non ha voglia di percorrere almeno 30 chilometri – per via della legna. Il Gatto possiede e utilizza una stufa a legna e ne gode parecchio. Cosa ci posso fare se i pezzi di rovere occultano tenaglie clandestine?
Ancora: “La femmina produce circa 50 uova che nasconde in autunno in un nido sotto terra (nei miei vasi, evidentemente), quando entra in uno stato di letargo.”
Ma quandomai? A giudicare dal viavai di tenaglie sulla terrazza direi che tali animaletti si sentono ancora in una specie di agosto interiore. Altro che letargo.
Ed infine: “I maschi hanno due peni indipendenti e perfettamente funzionali“.
Buonanotte.
Ahah, bellissimo!
Da piccolo i parenti mi dicevano che erano pericolose perché se entravano nelle orecchie di rendevano sordo! Non ti dico quante battute di caccia abbiamo fatto noi cuginetti…
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