Mi piace stare seduta qui fuori a luci spente.
Ho una fame tremenda di un abbraccio, di un nido, di una mano rassicurante.
Qualunque grado di autonomia io possa raggiungere non mancherò mai di aver bisogno di poter chiudere gli occhi sulla spalla di qualcuno che mi vuole bene a prescindere.
E in questo mercato emozionale di compensazioni, condizioni e baratti più o meno percepibili, cedo al desiderio di assaporare una nostalgia profonda di te che stanotte ha più di un significato.
Non avrebbe più importanza ora di come sono io, di come sei tu, di cosa possa funzionare o meno, di quanto ci si possa capire.
Sei mia madre. È già tutto.
Certi momenti sono davvero duri, ma poi riemergo e, pur con tutti i miei limiti, cerco di onorare il tuo dono più grande.
Sono qui. E sono felice di essere qui.
E mi manchi.
Ti voglio pensare al settimo cielo.