“Arago diceva che fuor dalle matematiche pure,
chi pronuncia la parola “impossibile” manca di prudenza”.
(Eliphas Levi)
Categoria: frammenti
Preghiere fraintese
C’è una falla nella trama. Tutto perfetto un cazzo.
Ad un certo punto qualcosa ha ceduto.
Un vortice, un buco nero, un’idrovora gigante.
Un’aspirazione intensa e progressiva.
Io mi aggrappo più che posso, ma perdo aderenza.
Mantenere una postura composta è sempre più arduo.
Avevo chiesto qualcosa di nuovo. Ma questo è davvero troppo.
Possiamo rifare tutto, please?
(06.07.2008)
Ancora pomeriggi (1995)
La scusa è quella di una salute incerta.
In realtà è uno di quei sabati.
Quei sabati che ce n’è uno, massimo due, all’anno.
Le cose da fare sarebbero tante.
Dentro e fuori casa.
Ma non riesco a fare, non riesco a leggere, non riesco a pensare, non riesco a volere n i e n t e.
E’ bello girare a vuoto, cedere all’inerzia.
Camminare lungo un’incerta direzione che si frammenta, decade, guizza in improvvisi riccioli e delicatamente sposta placide folate di niente.
L’attenzione acquisisce ulteriore profondità e gli occhi si posano su spazi inconsueti, angoli dimenticati, vuoti che paiono in realtà molto pieni.
Una lancia di luce spacca la penombra e osservo con una certa apprensione il pulviscolo che danza per aria.
Distolgo lo sguardo e mi butto sul divano, gli occhi al soffitto.
Poi di lato.
Gli oggetti all’improvviso diventano sconosciuti, i parametri si alterano, le poche certezze si sfaldano e il processo mentale torna dritto all’infanzia.
Una soffice nuvola di meraviglia nutre il mio cuore e la giornata acquista un senso.
Mi alzo.
Vado fino a metà corridoio, ma poichè non ricordo dove stavo andando, torno indietro e mi risiedo.
Ecco.
Il dialogo con un presunto malessere fisico è una sfida: a chi riesce una maggior sfiancante lentezza.
A volte vinco io.
Omaggio alle Galline
Serpy è felice. Cammina a fianco di un dirupo, ma calpesta a piedi nudi un prato fresco ed umido di rugiada. Un prato fiorito di fiori che da tempo non vedeva. Una coraggiosa attenzione vale senz’altro di più di una tremolante rinuncia.
La Regina troneggia attraverso lievissime e fisiologiche variazioni di livello. L’essenza interiore si solidifica e si prepara a mostrare il culmine del Regno, dove ogni cosa ha il suo posto ed ogni persona il suo preciso ruolo. Progressivamente il brillio aumenta.
Della Gioiella molto non so, se non che ha imparato e continua ad imparare ad attraversare indenne gli incendi che di tanto in tanto consumano inutili antichi reperti di una vita che più sua non è.
La Lady è uscita dalla forma perfetta e ha trovato quella esatta. Prende confidenza con una solarità dimenticata, scopre interne ardite discese e finalmente s’innamora di sé.
Il gatto continua a meravigliarsi di quanta forza, potere e bellezza abbiano le persone. E quanto impegno e tempo occorrano loro per rendersene conto.
E intanto scopre di avere una bellissima coda…
Psallant aethera cum me
Cielo sereno, con una strana sfumatura.
C’è il sole. Mi sembra tutto chiaro.
C’è anche un forte vento, oggi.
Tutto pulito. Tutto scoperto. Tutto a nudo.
Globale soddisfazione e rassicurante normalità.
Ad essere onesti, a tratti, sono lambita da una fugace impressione.
Un carezza lieve, un soffio, un tratto buio.
Un qualcosa in potenza. Un ente non ancora qualificato.
Qualcosa che non riesco ancora a cogliere.
Non so nemmeno se buono o cattivo.
Un seme di non so quale natura si è annidato in non so quale luogo.
Che bello. Si parte per una nuova avventura.
un pomeriggio
Volevamo l’estate.
Stikazzy