Ritorno del Demone

Se non mi passa
è la volta che chiamo Padre Amorth.

Ho detto mille volte Gatto

Ma non ce l’ho mai avuto nel sacco.
Che tristezza.
Che idiota.

Morfy, sto arrivando.

Festività natalizie

Si può dire “Natale di merda”?
Perchè questo fine anno si prospetta come il trionfo della perdita,
della mancanza, della non riuscita, del conflitto, del dubbio e della
povertà in tutte le sue declinazioni.
A parte una faccenda, che pur essendo per certi versi una tragedia,
a modo suo è anche gradevole ed accattivante.
Sono tesa, insomma, spinosa e stressata.
Sto quasi diventando brutta. Non che io sia bella, però..
Sarà un Natale schifosissimo e deprimente.
A meno che..

Movimenti di un mercoledì qualunque.

Nuova fase di questa lenta trasformazione.
Mi sta passando la voglia di giocare.
Potrebbe essere un fatto definitivo per diventare finalmente adulta.
Ma non ci credo tanto. Secondo me è una fregatura.
E’ un fallimentare ritorno dietro le quinte. Cazzo.
Stiamo a vedere.

Mamma: sono una cretina. Ti scrivo pubblicamente perchè è il
3 di Dicembre.
E allora perchè non pubblico tutto quello che ti dico in un
qualunque altro giorno?
Perchè sono ancora scandalosamente convenzionale.
Perchè non sono libera.
E dire che tu mi hai aiutata tantissimo in questo senso.
Va bè. Dove sei ora? Chissà dove sei.
Più che altro, mi percepisci? Perchè io continuo a non riuscirci.
E ho il tremendo dubbio che questo dialogo, oltre ad essere una pavida esibizione della mia presunta profondità emotiva, sia solo un atto schizoide tra me e lo specchio di comodo che mi ritrovo dentro.

O forse volevate che io non avessi uno specchio Interiore?
Tant’è, la tendenza allo spettacolo e all’ironia non mi abbandona.
Nemmeno quando mi detesto.

Il fuoco si è acceso come si deve.
Guardo la legna che fa il suo dovere, con qualche scoppiettìo.
Vorrei buttare in mezzo alle fiamme le mie debolezze.
Vorrei incendiare certe distanze e fare un bel falò di certe forme per vedere se rimane qualcosa o se un misero sottile cumulo di cenere mi confermi l’esistenza di soli involucri, costruiti con la mia stessa sostanza.
Stendere una miccia velocissima e arrivare al cuore delle cose facendo saltare impalcature inutili e fuorvianti.

In ogni caso, vado bene così come sono.
Anche con lo scazzo che mi impedisce temporaneamente di comprendere questo concetto fino in fondo.

Venerdi 21 Novembre 2008

CHIUSO PER INVENTARIO