Ho sentito dire che questo é il Maggio più freddo ai registrato da 50 anni ad oggi.
Ma a noi non ce ne fregava una cippa di questo primato.
Categoria: nervi
Sguardi aerei
Certe vite sono una sequenza di scelte sbagliate.
Una più una meno, cosa vuoi che sia.
Buongiorno. Si fa per dire.
I segreti della schiavitù finanziaria
Posso sfogarmi una volta ogni tanto? Si? Certo. Questo è il mio diario.
E poi mica sono sempre al top.
Ho impiegato 15 anni a non farmi sopraffare dalle spese per ritrovarmi
oggi con un prossimo gigantesco rosso in un mese già critico di per sé.
Roba da intaccare i risparmi. Ad averceli.
Se c’è una cosa che mi fa morire di stress è questo.
Sento di nuovo quel senso di angoscioso mancamento alla sola idea di come andranno le cose nelle prossime settimane.
Faccio una vita sproporzionata al mio reddito. Punto.
Non c’è altra spiegazione. Non può esserci altra spiegazione.
Sono stressata, schiacciata, mi sento male, malissimo,
inchiodata in un senso di eterna impossibilità.
Certo. Posso sempre RISPARMIARE.
Fatemi capire: una volta uscivo a cena almeno un paio di volte alla settimana, cinema, palestra, giornali, aperitivi, lotto, stupidaggini e cazzeggi vari.
Adesso dico, ADESSO, dove vanno?
Ora mi chiudo in casa, non faccio colazioni fuori (cioè, mi alzo alle 5?),
vado a fare la spesa solo al discount, spengo le luci, smetto di fumare (anche questa l’ho già sentita dire), vedrò di non perdere mai più il treno, e di limitare l’uso dell’automobile ad un solo viaggio per settimana. Se proprio è necessario.
Basterà? NO. Perché in questa florida situazione ho anche avuto il coraggio di prendermi impegni che non posso mantenere.
Sono caduta nella trappola del Vorrei Ma Non Posso! Che stupida.
Sono un’idiota.
(e, oggi, anche un po’ nervosa…)
Va be’. Per la legge di compensazione, il prossimo articolo sarà angelico, dai.
La valvola dov’è?
Lo sapevo.
Tieni, tieni e poi mi esplode l’intolleranza tutta di colpo.
Ma dove ho la valvola, please?
La motosega
L’acquisizione un po’ forzata di un certo modello – presunto ideale -,
dettata dalla paura, dall’insicurezza e da un’inequivocabile autosvalutazione,
alla lunga fa decidere di mettere la motosega nella borsetta.
Hanno sempre ragione gli altri
Ci deve essere un perché.
E’ impensabile
Che io permetta a chicchessia di farmi sentire incerta, mancante, colpevole.
In una parola, sbagliata.
E’ impensabile che io sia ridotta ai minimi termini da un sistema.
Non so quanto ci metterò.
Ma ne uscirò.
Perché dipende TUTTO da me.
Riflessione
Quando comincio a lavorare su qualcosa, su qualche problematica, l’oggetto della mia attenzione si scatena: il problema aumenta o ha picchi di intensità di notevole rilievo.
Ma perché?
Io lo interpreto come un buon segno. Il segno dell’efficacia della mia azione,
la precisa direzione del mio agire, il “toccare il punto”.
Però che due palle, ragazzi.
Specchio delle mie brame
Sono di pessimo umore.
Detesto la non coerenza.
Detesto la visione tubolare dell’esistenza di alcune persone.
Patisco la non considerazione dell’intero.
La non considerazione di tutti i riflessi che si propagano da esso e che vengono giudicati elementi superflui anziché preziose indicazioni dello stato dei fatti.
Non tollero la prevaricazione.
Aborro la mancanza di umiltà.
Patisco la considerazione monca di aspetti si, sottili, ma fondamentali.
Soffro le mie impulsive – e di conseguenza – errate valutazioni.
Devo avere Marte direttamente nel didietro.
Bisogna ammetterlo.
Ora, tenuto conto che ciò che mi tocca, mi tocca perchè risuona in me,
capite bene che non sono per niente contenta di dover riconoscere l’esistenza di tali gravi imperfezioni.
Guarirò?
Perché rompere lo specchio non si può.
(ci mancherebbero altri sette ani di sfiga)
Grrrr.
Nervi
Nervi.