Un silenzio

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18.09.2012 ore 16.00, in spiaggia, Sturla.

Mi rendo conto che il lettore medio del blog, sempre che io abbia un numero sufficiente di lettori da poter fare una media, gode, eventualmente, delle descrizioni di situazioni mentali e stati emotivi in cui possa facilmente identificarsi.
Le mie frasi normalmente sorgono da un’emozione e passano da un’ideazione per poter essere rese più o meno intelleggibili.

Provo invece a scrivere oggi, di un raro frammento di Silenzio. Che non è solo assenza di pensiero strutturato. È qualcosa che va oltre.
Il mio silenzio oggi è Esistere. Sentire di esistere.
Essere, come va di moda dire.

Ascoltare le piccole onde qui davanti a me. E lasciarle andare.
Guardare i sassi della spiaggia, percepire la brezza e il sole sul corpo e mollare subito la sensazione, senza alcuna considerazione.
Dimenticarli all’istante, lasciarli passare, fluire, tornare dal nulla da cui sono venuti.
In quell’attimo che sorge e muore contemporaneamente.
Il retro dell’eternità.

Prendere atto, per così dire.
E lasciar subito andare.
Non trattenere nulla.
Non attaccarsi a nulla.
Costeggiando e poi penetrando un semplice Movimento.
Un flusso costituito da unità di presente, non organizzate, singole e contestuali, senza un prima né un dopo.
Non c’è passato. Non c’è futuro.
Solo quiete, pace, esistenza piena.

Scrivo questo sul retro di un foglio appoggiato sulle ginocchia.
Per non dimenticare.