Conosco questo mio raro e benedetto momento di pseudo oblio.
Arriva da sotto e affiora sulla superficie della mia giornata.
Sale come una marea soffice ed ottundente, come un’enorme portata di panna montata, come la schiuma densa e profumata di un bagno cremoso.
E mi rende calma – pur se molto attenta – serafica.
La percezione è limpida ma i cannoni sono scarichi, il personale addetto a riposo e il comandante, calmo, quasi metodico, si limita a registrare ogni variazione di rotta con estrema precisione.
E’ uno stato dell’essere che assumo, dicevo, molto raramente.
Tanto raramente che non mi sento di interpretarne la motivazione, il vero fondamento.
Conosco solo la sua probabile origine e sento che la calma di oggi è un acciaio temprato dal fuoco più violento.
Una cosa che arriva “dopo”.
Va bè. Galleggio, fissa e appena mossa, come una boa al largo.
Si ha tempo quanto basta di guadagnare una certa distanza di sicurezza prima che un’ondata, strattonandomi forte, rompa la corda.
Nel caso di tale ipotetico avvenimento – qualcuno avesse dubbi – non andrò alla deriva.
che bello, hai reso perfettamente l’idea
brava ratu
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Grazie Gucciny…
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