Soluzioni

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Oscillo tra l’Amore e una bruciante infinita povertà.
Si capisce dov’ero ieri. E si capisce che oggi no.
Non sto a fare il solito quadretto di metafore e spiegazioni per dire cosa mi succede, per far sapere quanto sanguino, da quanto tempo e quanto male fa, perché non è divertente e, alla lunga, divento noiosa.
Ma dopo tanta esperienza – siccome posso piangere a comando, pulirmi correndo, respirando, posso restare immobile quando dentro la frana è nel suo pieno precipitare – mi sento di poter dire una cosa:
ormai sono padrona del mio corpo fisico.

Questo è solo il primo passo.
Poi, in teoria, ci sarebbe la padronanza mentale.
La quale permetterebbe una quieta osservazione della sfera emozionale.
Osservare e, nell’atto di portare alla luce, automaticamente dissolvere e/o trasmutare.
Permetterebbe inoltre di aprire gli occhi su tutta una serie di cose in modo da saper impedire danneggiamenti ed autodanneggiamenti della sottoscritta.
Parliamoci chiaro: sono tutti auto-danneggiamenti.
Niente e nessuno possono farti male più di una volta senza il tuo permesso.
(Peccato che tu non ci sei, quando è ora di fare determinazioni.
E nella confusione del momento, sul palcoscenico ci va la tua identità peggiore: quella meno adatta al caso.)
Alla seconda occasione, il male tollerato è già meritato.
E te lo sei fatto proprio tu.
Quindi? Quindi niente.

Ma non faccio prima a diventare una stronza inveterata?

2 pensieri su “Soluzioni

  1. Razionalizzare la sfera emotiva è un controsenso, ma non essere in grado di farlo porta a gesti auotlesionistici. Io a volte mi chiedo: ma non sarà che soffrire in fondo mi piace? Forse se le cose fossero più facili, se l’amore fosse un lungo fiume tranquillo sarei già annegata nella noia…

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    1. Ho avuto anch’io questo dubbio. Anche una mia amica me lo ha chiesto. Forse c’e qualcosa di antico che ha a che fare con uno stupido senso di non-merito. Non ne sono certissima ma credo comunque che la mia risposta sia no. Infatti se non reggo, pur cantando a squarciagola le mie tragedie, prima di lasciarci le penne alzo le tende. Forse sono solo ambiziosa. Ho ottimi progetti ma dimentico spesso che la strumentazione a disposizione è ancora da raffinare.. E poi combattere e faticare si. Ma a fuggire prima della maturazione di una crescita che comunque ci è stata proposta dalla vita, si rimanda soltanto. Credo. Ciao 🙂

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