Prima il trasloco. Poi un po’ di vacanze. Poi le feste.
Oggi, di fatto inizia veramente la mia nuova vita in landa straniera.
Non che il trasloco sia finito.
Ma il grosso è fatto.
Mesi di dubbi, paure, ansie. Si sa come sono fatta. (Male.)
E invece eccomi qui.
È tutto esattamente come avevo immaginato.
Per un certo aspetto, meglio.
Meglio perché sono meglio io, nella mia personale scala di valori, obviously.
Perché sono io che ho in mano il telaio, lo scettro, il pulsante rosso.
Questo non significa che non scriverò più lagne.
Non illudetevi.
La lagna é nata con me, come il mio fegato e i miei tendini.
Mi sono tolta di dosso l’ansia del traguardo definitivo.
Il traguardo definitivo non esiste.
Anzi, si, ce n’è uno, uno solo, ed è meglio che sia lontano.
Vorrei specializzarmi bene nelle tappe intermedie, chiaro?
Quanto starò in questa casa? Chissà.
NON HA IMPORTANZA.
Siamo in quattro: io, le due pellicce e una coccinella.
Non vorrei sbagliarmi ma gira per casa da più di un mese.
Non capisco come i gatti non l’abbiano ancora catturata.
Anzi l’ho capito quando ho visto la gatta sputacchiare dopo averla pinzata con la bocca. Evidentemente non è di loro gradimento.
Stanno tutti sulla poltrona, la sera, quando mi leggo quelle due o tre pagine d’ordinanza.
Tutto normale, tranquillo, ancora un po’ caotico ma in sereno divenire.
La coccinella sta svolazzando intorno alla lampada.
Rossino, stufo del suo solito sfingeo, indifferente, britannico aplomb, le fa la caccia.
Ma so che fanno finta. Passano il tempo.
Io ho scritto sedici righe di memorie, mi preparo per la notte incurante del fatto che la mia automobile è animata. Per non dire posseduta.
Prima sono scesa a portare via la spazzatura e ho ricordato di avere un copricerchio nel baule (qui ci sono troppe rotonde, con bordi troppo alti). Ho tentato di rimetterlo al suo posto e non so se la chiave dell’auto abbia fatto le contorsioni nella mia tasca attivando comandi di cui non conosco l’esistenza, o se nella ruota si celano sconvenienti centraline elettriche… Fatto sta che mentre davo colpetti poco eleganti alla ruota, la mia automobile ha acceso le 4 frecce un paio di volte come dire “Sta attenta. Vedi che ti faccio adesso” e ha tirato giù a metà i tre finestrini (il quarto non funziona).
A questo punto di colpo immagino mia madre con la sua tipica risata che dice: “Uh madonna! Le streghe!”.
“Le streghe” per lei erano un sacco di cose: i miei libri sull’esoterismo, l’astrologia, le coincidenze, i suoi sogni premonitori.
Perché diavolo i finestrini a metà?
Oggi come oggi, non mi faccio più domande e non mi stupisco quasi più di niente. Ma se c’è qualche elettrauto all’ascolto che ne sa, è pregato di spiegarmi se dopo di me Padre Amorth deve vedere anche una polo bianca o se sono cose che capitano anche alle persone normali.
Buonanotte gatti.
PS: il template è ancora un altro. Lo so. Ma anche il blog è finito nel sacco della Transitorietà delle Condizioni. 🙂
Io non sono un elettrauto, ma a volte a me si son aperti i cancelli elettrici da soli, o siamo noi piene di energia che al nostro passaggio i campi elettromagnetici impazziscono o a volte son normali contatti impazziti.
In ogni caso qualcuno di pazzo cè o noi o i contatti 😉
"Mi piace""Mi piace"
Vogliamo parlare degli orologi che si fermano??? Mi sono detta: prova con un automatico di qualità. Ma per il momento le mie tasche sono come la galleria del vento. Grande via vai. Mai niente che resti.
Comunque secondo me i contatto hanno dei problemi (obsolescenza programmata). Ma noi di più.
Ciao 😉
"Mi piace""Mi piace"