Sarà quel che sarà.

È un pezzo che non scrivo. Ma ho fatto cose.
Ho cambiato casa. Vivo a 200 km rispetto a dov’ero prima.
Ho fatto un trasloco agile nella materia e difficoltoso nello spirito.
Sono cambiate molte cose.
Alcune non sono andate come pensavo avrebbero dovuto andare.
Altre si.
Mi sono avvicinata ad alcuni sogni, e ho accolto certe realtà.
Non c’è bene, non c’è male. Da ora in avanti c’è solo Scelta.
E la responsabilità di sostenerne e contenerne le conseguenze.
No al biasimo. Si alla correzione del tiro.
No al guardare fuori, si al guardare dentro.
No alle titubanze, si alle cose che davvero amo.

Questo grande cambiamento è ossigeno puro per i miei tessuti che stavano indurendosi in una routine antica che nemmeno mi apparteneva.
Senza movimento posso stare. Ma, metaforicamente, ne muoio.
Non so come andrà a finire, non so se mi fermerò, o se sono appena scesa dallo ski-lift (non so se mi spiego) e, fuori dal mio abituale habitat, non so nemmeno bene chi sono. Questo la dice lunga su quanto le nostre identità su cui puntiamo non siano una cosa seria.

Non ho più paura di non sapere cosa farò domani.
Non ho più paura di me stessa, in un certo senso.
O meglio, diciamo che ho scoperto che su di me posso contare.
Non ho più tanta vergogna della mia antieconomica ingenuità.

Ad un certo punto – e questo risale a pochi giorni fa – è come se mi avessero cambiato gli occhi, o messo un filtro, o forse, più sensatamente, me lo hanno tolto.
Le cose non sono più le stesse. E non potranno più esserle perché la mia stessa mente, strumento capace di eternizzare qualcosa che è diverso da se stesso ad ogni secondo trascorso, non è più lei. Che beffa, no?

Non so più bene qual’é casa mia e sono tentata di credere di essere arrivata alla consapevolezza che una “casa mia” non esiste.
Se non in me stessa, nei miei fare quotidiani e extra ordinari, nelle persone che amo o nei gatti che quando rientro nella house si fanno trovare davanti alla porta con le fusa già in partenza e la trasformano subito in home.
Per molti sarà un fatto banale, ma per me, per come sono sempre stata, tale progresso è paragonabile al passaggio dal calesse all’astronave.

Non so. Non so niente e va bene così.
Questo template l’ho cambiato nel momento di massimo caos. Volevo un’immagine nuova. Ma non mi piace. Sarà anche per il blog come è per me: siamo work in progress e quel che sarà, sarà.
Intanto ciao gattoni.

6 pensieri su “Sarà quel che sarà.

  1. “nei gatti che quando rientro nella house si fanno trovare davanti alla porta con le fusa già in partenza e la trasformano subito in home”
    Questa frase è bellissima!
    E’ incredibile come riesci sempre a superare te stessa!

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    1. Taci che mezz’ora fa stavo giusto scrivendo una piccola parte di un certo riepilogo e adesso mi sono vista arrivare la notifica con Quel Nome… Gli facciamo un regalo per il suo compleanno? (Dopo le feste, la gente non si distrae più) Scelga un argomento Magistra. Notte 🙂

      "Mi piace"

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