…..E poi c’è una cosa.
Una cosa non nuova, ma che appare molto raramente nella mia vita.
Una cosa misteriosa che risale alla superficie nei momenti più tragici, più difficili da superare.
Quelli in cui sento una pena dentro come un qualcosa tirato allo spasimo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
Il mio equilibrio, direi.
Di questa cosa non intravedo la forma. Non riesco nemmeno a tastarne la consistenza.
Ho idea che sia sottile. Che sia qualcosa che si perfonde in me, che crei una specie di rete invisibile che mi impedisce di andare in pezzi, contenendomi in modo libero ed elastico, in modo da mantenere una peculiarità di forma senza costrizioni decise.
Questa è la cosa – non saprei definirla – che segna lo stop in certe divagazioni del mio essere. Come un’orbita oltre la quale non posso cadere senza perdermi.
È quella cosa che mi blocca nel momento appena prima di.
Ed è la stessa cosa che mi sposta di colpo su una trattoria che io non vedo e che riconosco come profondamente coerente a me, con il famoso senno di poi.
………
(dai Diari privati del Gatto)