“Evoluzione.
Ho avuto proprio stamattina una specie di scoperta su questo ma non saprei descriverla. È ancora fresca. La nota più evidente è che io sto osservando tutto. Tutto. Anche me. E anche il tempo da prima che nascessi. Va be’. Non so dire.
C’è una specie di trama a più dimensioni. Tutto è un magma apparentemente indifferenziato.
I confini della forma sono illusori. Non so dimostrarmelo ma comincio a sentirlo.
E tutto si muove continuamente senza posa. I famosi fotogrammi li facciamo noi con l’apparato tridimensionale (mente) che non può contenere il divenire se non infilzando le varie sfaccettature della realtà in un filo chiamato tempo.
Le memorie non possono essere vive.
In questo senso non esistono. Ma all’interno dell’umano (la sua parte nella materia, la mente e l’evoluzione del corpo) necessariamente hanno un peso.”
E ti fissano sul fondo dell’Abisso.
Ma dicci chi citi
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Sempre io, ahimè. Questa è la trascrizione di una serie di sms consecutivi inviati ad un’amica che condivide con me un percorso di – chiamiamolo – studio, durante una nottataccia di un annetto fa. I temi trattati sono i soliti che si trovano in giro (es. la teoria dei fotogrammi del Cerchio Firenze 77, ecc). Ma alla fine è solo il diario di un momento di chiarezza. O di follia.
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