image

Verbo Natura – La Via

thothpha
“Abbandona qualunque dialettica e segui il cammino delle Potenze;
prendi coscienza delle funzioni innate e diventa Coscienza Funzionale.
Rotola con la roccia che cade dalla montagna.
Cerca la luce e rallegrati con il bocciolo della rosa che sta per sbocciare;
sii inquieto con il cane che abbaia nella notte;
lavora con l’avara formica;
bottina con l’ape;
occupa spazio con il frutto che matura;
corri con il levriero.
Sii il liquido nella botte, nella bottiglia, nel vaso, e vedi se sei felice o vincolato,
soffri con il malato per guarirlo e abbandona ogni considerazione oggettiva.
Sii funzione con la Potenza, il Neter.”

– R.A. Schwaller De Lubicz, Verbo Natura

Fermate questo carro in corsa folle.
Voglio scendere.
(anche se domani vorrò risalire).

RBA: Un (sentito) ringraziamento e sparute imbranate nominations

reality-blog-award
Allora.
tre settimana fa circa, esattamente nel giorno del mio compleanno, ricevo, come di consueto, essendo follower di una brava bloggara, un articolo direttamente nella mia casella di posta.
Faccio prima a sfruttare sfacciatamente la diretta fonte per due motivi almeno:
1) non so bene di cosa si tratta,
2) qualunque cosa sia lei lo descrive molto meglio di me.
(3,le ho pure rubato il titolo)
Quindi leggete qua.

Sottoscrivo la parte finale dell’articolo in cui Prigioniera di perplime sul da farsi e per la frase finale che, a causa della perplessità di cui sopra, mi risulta geniale.

Per quanto riguarda le 5 risposte invece, rispondo perché mi piace giocare.
1) Se potessi cambiare una cosa, cosa cambieresti?
– Niente
2) Se tu potessi ripetere un’età quale sarebbe?
– Dai 18 ai 25. Età in cui mi sono creata autonomamente danni per il resto della mia vita.
3) Cosa è una cosa che ti spaventa davvero?
– La paura di perdere coscienza, di scivolare nell’inconsapevolezza totale.
4) Qual è un sogno che tu non hai completato, e pensi di non essere in grado di completare?
– Condividere, ad una buona profondità, la mia esistenza con pari grado o persona illuminata e dotata di molta pazienza
5) Se potessi essere qualcun altro per un giorno, chi vorresti essere?
– Qualcuno che ammiro molto, per vedere come ci si sente.

Per le segnalazioni ho qualche difficoltà: le persone che seguo hanno già ricevuto questo riconoscimento, a partire da chi me lo ha regalato – con tempismo perfetto – in occasione di questo inquietante genetliaco (e comunque Prigioniera, per quanto mi riguarda può anche averne due).
Come ha fatto lei scrivo qui qualche link. E mi scuso se sono pochi, ma il mio cervello che ultimamente è in corto, non sa fare di più:

Prigioniera Del Deserto (quindi il premio ce l’ha doppio. Anche perché pubblica tutti pezzi musicali che sono anche nella mia libreria iTunes: l’affinità estetica è sorprendente)
It’s a chicken thing. Perchè la Manu è il top.
Latex and Lollipops, perché mi piace.
AlwaysTanteSophie, per la straordinaria proprietà di linguaggio, considerando che è tedesca fino all’osso, crauti compresi.
Roberto Zamperini, che scrive cose serie (mica gatti interiori o cani estroversi) sperando che non trovi questo mio tentativo di apprezzamento inopportuno (alla fine mica so cos’è questo Reality Blog Award).

Quindi, imperterrita, ricopio ancora il suo stupendo finale:
“Io non saprei come contattare gli autori dei blogs che ho nominato. Spero che leggano da soli e che non si inferociscano per il mio averli coinvolti in ciò che, in fin dei conti, potrebbe anche essere visto come l’ennesima catena di S. Antonio…”
Grazie collega di parole.

Come si fa

20120619-120225.jpg

Ipotesi

Lascia tutto e seguimi.
Lascia tutto e seguiti.

Il bozzolo infame

“Un giorno apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava per caso
si mise a guardare la farfalla che per varie ore si sforzava per uscire da quel piccolo buco. Dopo molto tempo sembrava che il buco fosse sempre della stessa dimensione
e che la farfalla si fosse arresa. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva e che non avesse più la possibilità di fare altro.
Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla: prese un coltellino e aprì il bozzolo.
La farfalla uscì immediatamente.
Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.
L’uomo continuò ad osservare sperando che, da un momento all’altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero in grado di sostenere il corpo. E che la farfalla cominciasse finalmente a volare.
Non successe nulla. In quanto la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con quel corpo ancora rattrappito e le ali poco sviluppate.
Non fu mai capace di volare.
Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e l’intenzione di aiutare, non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario perché la farfalla potesse irrobustire e completare lo sviluppo delle sue ali, cosicché essa potesse volare.
Era il modo in cui Dio la faceva crescere e sviluppare.”

È la Legge, baby..

“All’occhio – destato alla visione sovrasensibile – del Mago, il mondo spirituale
si rivela come quello di un insieme di potenze allo stato libero, potenze che non hanno attributi, che sono soltanto se stesse in pura natura di folgorazioni e lampeggiamenti. 
Termini come “fulminee”, “voraginose”, “spaventevolmente pure”, non ne possono, essi stessi, che dare una lontana suggestione.
Ognuna di tali potenze è in quanto mantiene la propria individualità, resistendo alle altre che andrebbero ad attrarla e organizzarla sotto di loro. 
(………)
…. ogni legge ed ogni ordine nulla è più che un prodotto di organizzazione, il segno di un potere più vasto il quale è riuscito a travolgere, riprendere e unificare altri sotto di sé, riducendo così l’originario caos delle forze molteplici e lottanti.
La lotta, tuttavia, qui ha un senso tutto speciale, libero da tutto ciò che è odio e violenza: è come un mettersi faccia a a faccia di “presenze”, come un incontrarsi e misurarsi di gradi di “essere”, di “quanta” di intensità. 
Nessuna potenza vuole, in senso stretto, travolgere e dominare le altre, ma ciò procede in via naturale, in virtù del più alto grado di essere che le è proprio, il quale è vortice in cui sono irresistibilmente attratte, riprese e subordinate le potenze minori che si mettano in rapporto con essa.
In questo mondo materiato di tensione non vi è divario: non subordinare è essere subordinato. Mantenere la proprio autonomia è vincere – e ciò qui vuol dire: resistere.
Un principio fondamentale in magia afferma appunto che ciò che investe un ente e non riesce a travolgerlo, da esso è fatalmente travolto e ripreso nella sua legge.
(…………..)
Un Io che in nessun punto viene meno alla tensione, che in nessun punto è indietro rispetto alla marea vertiginosa delle energie cosmiche che, destate e scatenate dal suo procedere, tenderebbero a sbalzarlo via (………) è un essere regale e solare, più forte della natura, dominatore degli dèi, di là dello stato di nascita e morte.”

(J. Evola, 1927)

Anna e Saverio

Ieri pomeriggio sono salita sul treno che era, come sempre, decisamente affollato. Tra i pochissimi posti liberi ce ne erano ben tre accanto ad una donna di colore.
Ma non è di questa stranezza che voglio parlare.
Le poltroncine sono a gruppi di quattro. Due di fronte ad altre due. Lei era seduta vicino al finestrino. Di fianco a lei il sedile era libero ma nello spazio antistante la seduta campeggiava il suo trolley con sopra una grossa borsa.
Sul posto di fronte a lei era appoggiato un foglio scritto a mano e io quindi mi sono seduta nell’altro.
Quel foglio l’ho adocchiato un po’ di volte. Poi finalmente, visto che sono curiosa come un gatto e la signora, nonostante le mie occhiate, ignorava bellamente il foglietto, le ho chiesto: “è suo?”. Lei mi ha risposto di no.
Allora l’ho preso. È un A4 piegato in due. Anzi, in quattro. All’interno stampato (articolo di “disinformazione” sulle solite solfe: soldi, poteri, banche, governi) e all’esterno per metà scritto, per metà occupato da disegni abbastanza carini dal contenuto un po’ delirante.
La parte scritta è stilata con una calligrafia un po’ zoppicante fino a metà, con un’altra più aggraziata per la restante parte e recita, letteralmente, così: 

“Ciao viaggiatore.
Chissà fin dove devi andare.
Questo treno va da La Spezia a Torino.
Sei mai stato a Torino? E a La Spezia?
Noi due, Saverio e Anna, non siamo 
persone molto semplici, anzi, abbiamo
la testa piena di “giri” complicati e
quindi “noiosi”.
Ma c’è un tramonto fuori adesso, che ha
azzerato tutto, ma sarebbero 
normali colori nel cielo se non fosse che
in questi giorni ci siamo svegliati con 
il ragliare di un asino, Pippo, l’asino.
È stato il capodanno.
– cambio di calligrafia –
e abbiamo imparato che Melissa P. 
fa davvero schifo e pietà.
….. Auguriamo al mondo intero e anche
a te che ormai ti sentiamo nostro compagno
di viaggio (di vita vedremo)’ che questo 2012 
ci regali il totale oscuramento di 
“scrittrici” come lei… A Fabio Volo però auguriamo 
(censura)…. 
Buona Vita
Anna e Saverio
P.S. Dietro trovi i disegni che un giorno ti arricchiranno”

Che dire?

Ciò che conta

“NON VOGLIO SAPERE”

“Non voglio sapere quel che fai per sopravvivere.
voglio sapere per che cosa soffri,
e se sai almeno sognare di accettare la passione del tuo cuore.
Non voglio sapere le pene dei tuoi anni.
Voglio sapere se sai rischiare di sembrare matta per amore,
per i tuoi sogni, per l’avventura di essere viva…
Non voglio sapere quali pianeti sono in quadratura con la tua luna.
Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,
se sei stata aperta ai tradimenti della vita
o se ti sei ritirata e chiusa per paura di ulteriore dolore.
Voglio sapere se puoi star seduta con il dolore, il mio o il tuo,
senza far niente per nasconderlo, o mascherarlo o immobilizzarlo.
Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia o la tua;
se puoi danzare nascostamente nel silenzio
e lasciare che l’estasi ti riempia fino alla punta delle dita
senza ammonirti di stare attenta,
di essere realista, o di ricordarti le limitazioni dell’umano.
Non voglio sapere se la storia che stai raccontando è vera.
Voglio sapere se puoi deludere gli altri per essere vera con te stessa,
se puoi sopportare l’accusa di tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere fedele alla tua fede silente,
se sai vedere la bellezza anche nell’orrore di ogni giorno,
e se sai nutrire la tua vita della Sua presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fallimento, il tuo e il mio,
e ancora ergerti sulla riva di un lago e gridare all’argento della luna piena, “SÌ!”
Non voglio sapere dove o come o perché vivi .
Voglio sapere se puoi continuare a vivere dopo un giorno di pena e disperazione
addolorata e ferita fino alle ossa, e fare ciò che c’è da fare…
Non voglio sapere se sei felice o no, se lo sono o no.
Voglio sapere se sai stare al centro del fuoco insieme a me e non ti ritirerai.
Non voglio sapere dove o cosa o con chi hai vissuto e vivi.
Voglio sapere che cosa ti sostiene quando tutto il resto cade giù.
Voglio sapere se puoi stare sola con te stessa,
e se veramente ti piace la compagnia che ti dai nei momenti vuoti
di ogni presenza.”

(di Orso che Danza – copiato tempo fa dalla rivista FioriGialli)

Citazioni di Alina #5

“Se vai a finire nella bocca di un rumeno
non ti lava neanche l’Oceano Atlantico”

(25.12.2010, durante rilassate divagazioni sulle parolacce
dei rispettivi paesi d’origine)